Tortelli con la coda

Ingredienti per 10 persone:

Ripieno
1 kg di ricotta
120 gr di spinaci cotti
200 gr di formaggio Grana Padano stagionato
noce moscata
sale e pepe q.b.

Pasta:
1kg di farina
5 uova
4 tuorli
acqua q.b.

Esecuzione:
Ripieno:
Cuocere gli spinaci in poca acqua, strizzarli bene, tagliarli finemente con la mezzaluna, impastare con i rimanenti ingredienti e lasciare riposare.

Tortelli:
Impastare la pasta, tirare la sfoglia con l’apposita macchina facendo delle liste il più possibile sottili, tagliare ogni lista di pasta in rombi, mettere in ogni rombo mezzo cucchiaio di ripieno e richiudere formando delle particolari caramelle.
Cuocere in abbondante acqua bollente salata, alla quale è stato aggiunto un cucchiaio d’olio, “pescando” i tortelli non appena vengono a galla.
I tortelli si condiscono con burro fuso insaporito con foglie di salvia leggermente fritta.
Il formaggio Grana Padano grattugiato lo si serve a parte per chi lo desidera.

IL CUOCO GENTELMAN DICE:
Appartengono, come gli anolini, alla ricca categoria delle paste ripiene.
Se gli anolini sono l’espressione più alta della cucina piacentina ricca e dei giorni festivi e di grasso, i tortelli lo sono della cucina ricca dei giorni di magro. Sono detti anche “i tortelli del Petrarca” perché, secondo alcuni documenti, sarebbero stati confezionati per la prima volta con la forma a treccia (anzi “a caramella”) nel 1351 in occasione di una visita di Francesco Petrarca all’amico Bernardino Anguissola, signore del feudo di Vigolzone. In tale occasione, il nobile incaricò il maestro di sala, tale Merigo da Cassano, di preparare qualcosa di veramente speciale in onore dell’illustre ospite. Fu così che nacquero i tortelli con le code, differenti dai soliti fagottini anonimi che si era soliti preparare. Secondo alcuni ricercatori, quindi, il nome “tortello” non deriverebbe da “piccola torta” (o pasta ripiena) ma da “tortulus” (plurale “tortuli”) cioè ritorto, intrecciato, proprio come i tortelli piacentini.
CURIOSITÀ: La cucina di magro era molto importante nel Medioevo e contava numerosissime ricette. Infatti fino a tutto il 1400 i giorni di magro prescritti dalla Chiesa erano ben quattro alla settimana più tutte le vigilie delle festività religiose. Inoltre i periodi di magro, come la Quaresima, erano quattro nel corso dell’anno.